Tipi di colloqui di lavoro
Il selezionatore
Vi sono due tipi di selezionatori: il giovane rampante (come ci siamo immaginati
la simpatica Margherita), e il vecchio marpione, che magari è lo stesso
direttore del personale. Dipende dalla grandezza dell’azienda, o anche dal
caso. Il comportamento da tenere con i due, è diverso. Il giovane
selezionatore, di solito, è infatti un entusiasta, innamorato dell’azienda,
curioso e ottimista. Gli piacerete, essendo quasi suoi coetanei, se vi vedrà
simili a lui. Infatti, non avendo grande esperienza, il suo metro di paragone è
principalmente se stesso: se riuscirete a farvi credere un suo gemello, nel modo
di fare e di pensare, sarete in pole position.
Il vecchio marpione, invece, è spesso cinico e beffardo: ha sciacquato il suo
entusiasmo nei gorghi di mille delusioni. Non si diverte più molto a
selezionare, vuol fare poca fatica e andare sul sicuro; ama sentenziare, e
detesta essere contraddetto. Ovviamente ha anche molto fiuto, e difficilmente
sbaglia le prime impressioni. Bisognerà dargli importanza, senza essere
passivi, mostrare un bel caratterino condito da un forte buon senso e rispetto
delle istituzioni. Mentre il giovane cerca soprattutto 1’aziendalista
convinto, il vecchio volpone, più saggiamente, cerca la solida personalità.
Il manager di linea
Lo si incontra in genere al secondo colloquio, ed è quasi sempre il futuro capo
dell’assumendo. Non capisce abitualmente nulla di selezione, decide in base a
impressioni superficiali o a pregiudizi, ma per fortuna spesso è molto
influenzabile dal selezionatore. Durante il colloquio vuole, in sostanza,
verificare alcuni requisiti chiave, senza i quali siete perduto: che siate
passabilmente simpatico e comunque non un piantagrane, che conosciate almeno
l’ABC di quello che dite di conoscere perfettamente, che siate uno sgobbone
magari anche intelligente, e che il vostro interesse a quel tipo di lavoro sia
motivato e duraturo. In una parola, che siate un tipo quadrato o, il che è lo
stesso, rotondo.
Il tecnico
Può essere una variante di II), o un colloquio ulteriore per verificare le
vostre attitudini in un determinato settore. Se siete preparati, il colloquio
col tecnico sarà il più semplice, ma con un rischio: ogni tecnico infatti ha
le sue manie, fissazioni, pregiudizi su questo o quel tema, ed è disposto a
stroncare la nascente carriera di chi milita su convinzioni opposte. Guardatevi
dunque dall’esprimere lapidari giudizi su temi controversi, prima di avere
sondato, o intuito dalle spesso ingenue domande, qual’è la sua opinione in
oggetto.
L’impreparato
Può essere sia I) che II) che III): non stupitevi se, quando entrate per il
colloquio, il vostro interlocutore ha perso il vostro curriculum e non ha la
più pallida idea di chi voi siate. All’ultimo colloquio del mio primo lavoro,
il Direttore del Personale di una grande multinazionale mi invitò cortesemente
a sedere, mi offrì un caffè, e dopo qualche secondo di imbarazzato silenzio mi
disse "Mi perdoni, ma vorrebbe gentilmente ricordarmi chi lei è, e
qual’è lo scopo di questo nostro incontro?" Portate quindi sempre con
voi una copia del vostro c.v., e preparatevi a tramutare in opportunità questo
temporaneo "black out" del vostro interlocutore.
Il colloquio a cena
I più sfortunati di voi dovranno anche effettuare un colloquio (non sicuramente
il primo) al ristorante. È questo un sistema molto in voga per le assunzioni di
dirigenti, ma sadicamente usato da alcuni (per comodità d’orario o per
golosità) anche per giovani implumi. Se vi capita, non sarà un’esperienza
rilassante, ma se non vi complicherete la vita da soli ne uscirete indenni.
Sarete costretti a fare convenevoli molto più articolati che in un normale
colloquio, e dovrete stare attenti a non lasciarvi troppo andare, nel cibo come
nelle chiacchiere, nè, cosa più probabile, a dare un’immagine troppo
spartana e nervosa, immaginando due occhi indagatori che guatano come roteate la
forchetta. Scegliete un menù leggero ma non anemico, e soprattutto che non
richieda acrobazie per essere mangiato; se è a mezzogiorno non bevete vino, e
se vi riesce cercate di essere molto sorridenti e amichevoli. La tavola infatti
smussa le barriere gerarchiche, e se si può è bene approfittarne.