Lettera di accompagnamento per un CV
Come abbiamo visto, il problema di "mercato" del neolaureato è quello di differenziarsi dalla concorrenza, risultando più adatto ai bisogni dell'azienda rispetto ai suoi colleghi. La lettera di accompagnamento offre più spunti per raggiungere questo obiettivo rispetto al cv se non altro perché offre più libertà d'azione. Vediamo il "pentalogo" della efficace lettera di accompagnamento, che deve concretamente rispondere alla domanda "Perché dovrei scegliere proprio te?":
I) Evidenzia i tuoi punti forti
Reali punti di forza sono la conoscenza di più lingue straniere, l'aver
fatto una tesi su un tema o sul business di interesse aziendale, l'aver fatto
uno stage o qualche esperienza "dal vivo" nel settore di competenza,
l'avere una "passione" dimostrabile con i fatti per una delle attività
chiave aziendali (ricerca, vendita, progettazione...) e infine, anche se di
minor peso, l'aver conosciuto qualche "testimonial" aziendale in
qualche occasione (career days, convegni ecc.). Anche un curriculum di studi o
caratteristiche personali particolarmente adatti all'azienda, più che brillanti
in sé, dovranno qui essere sottolineati ("fin dall'inizio degli studi
universitari ho voluto approfondire i temi finanziari...", "credo che
il mio carattere estroverso, dinamico e capace di sintonizzarsi con gli altri mi
renda particolarmente adatto ad una qualificata attività di vendita").
Infine è questa l'occasione per segnalare da subito eventuali master o corsi
extrauniversitari, spiegando il loro significato ed eventuali contenuti di
potenziale interesse per l'azienda (vedendoli solo nel cv spesso non si capisce
se sono stati un riempitivo o se fanno parte di un coerente programma).
II) Dì cosa offri, non cosa vuoi
Dobbiamo quindi completare i nostri punti forti con indicazioni di disponibilità e flessibilità: anche lo specificare di essere disposti a trasferirsi, a frequentare uno stage, a cambiare mansioni o ad accettarne di apparentemente gravose, ad apprezzare ambienti di lavoro stressanti e senza orari è un modo di differenziarsi. L'importante è essere sinceri e non diventare patetici ("sono disposto a qualsiasi cosa..."), perché essere disponibili non vuol dire tramutarsi in aspiranti Fantozzi.
III) "T'amo, pia azienda, e mite un sentimento..."
Questo è un esercizio spesso ipocrita, ma sempre utile. In realtà, se non
è vero che qualsiasi azienda va bene come datore di lavoro, per la maggior
parte dei laureati quasi qualsiasi azienda va bene: e tuttavia occorre scegliere
un certo numero d'aziende cui scrivere una sobria lettera d'amore.
Dobbiamo cioè scegliere le aziende per le quali le nostre caratteristiche
(studi, esperienze, hobbies) sembrano più adatte e (anche se ciò non ci era
mai passato per la testa) scrivere loro "mi piaci, siamo fatti per
capirci". Attenzione: la dichiarazione d'amore va fatta alla
"vera" azienda, non alla sua immagine superficiale; ciò che giuriamo
ci piace di lei deve essere ciò che piace ad una persona matura, non ad un
adolescente con gli occhiali rosa, altrimenti otterremo l'effetto opposto.
IV) Scegli tra nicchia e mercato generale
Il problema di fondo, nella lettera di accompagnamento, è se puntare ad un
bersaglio solo, o se sparare nel mucchio, ovvero se offrirsi per una posizione
ben determinata o per qualsiasi posizione coerente con il proprio cv. Un
laureato in economia, ad esempio, può vedersi offrire posizioni nel marketing,
in amministrazione, nell'auditing, in finanza, in controllo di gestione,
nell'organizzazione, nel personale, nelle vendite, in logistica e in
qualcos'altro ancora.
Che fare, dunque, se, pur avendo qualche preferenza, siete disposti a valutare
anche altre aree di inserimento? Il suggerimento è di indicare sempre un' area
preferita, ma senza restringere troppo il campo: così un laureato in economia
potrà ben indicare il marketing, ma dichiarandosi da subito disponibile anche
ad una attività di vendita, in quanto i due settori sono sempre più vicini;
oppure potrà indicare la finanza, o l'auditing, ma specificando di apprezzare
tutta l'area amministrativa in senso lato.
Un piccolo trucco, per i generalisti, per candidarsi a più opportunità senza
apparire vaghi, è di proporsi non per determinate funzioni, ma per ruoli, quali
che siano, purché inseriti nei "processi chiave" dell' azienda,
quelli cioè che ne determinano il successo o il fallimento. In questo modo si dà
dimostrazione di sapere che ciò che è importante non è l'attività che si fa,
ma come, perché e per chi la si deve fare.
V) Dai una immagine di te, fatti ricordare
Il selezionatore è, in fondo, un essere umano, che ragiona coi sentimenti oltre che col cervello: se riusciamo a dargli l'impressione che una chiacchierata con noi sarebbe probabilmente anche piacevole, gli diamo una garanzia professionale (tra un genio antipatico ed un bravo ragazzo simpatico, il selezionatore "rischia" di meno presentando per l'assunzione il secondo), ed uno stimolo personale in più.
VII) Leggero
Non allegate cose inutili, tipo fotocopie del libretto o copie di diplomi di qualsiasi tipo: denota insicurezza o prolissità, e "allunga il brodo". Solamente se avete fatto ricerche su temi di interesse per l'azienda, e di queste esista una breve sintesi, può essere utile allegarle. Non occorre, anzi può essere controproducente, inviare una fotografia, anche se siete bellini.
VIII) Diretto
Evitate anche di usare la terza persona parlando di voi stessi ("si laurea a pieni voti nel 1993."): di dissociati in azienda ce n'è già abbastanza. Non usate carte baroccamente intestate, mettete prima il nome e poi il cognome, e non usate toni troppo sussiegosi e deferenti, altrimenti passerete per degli inguaribili provinciali.
IX) Cortese
Non fate però neanche gli arroganti ("Resto in attesa di una vostra, possibilmente rapida, convocazione.", "Solo con un colloquio vi renderete conto delle mie effettive capacità.", "Vi ho già contattato un mese fa, e sono stupito di non avere avuto risposta." ) perché la supponenza è sempre fastidiosa. Siate cordiali, formali quanto basta e non burocratici nel tono.
X) Misurato
Alcuni usano una forma "pomposa" di cv costituita da una cartellina
personalizzata che (ad imitazione dei Servizi Segreti o, forse, nelle intenzioni
delle società di ricerca del personale) riporta tutte le informazioni utili
sulla persona in oggetto. Ciò che distingue di solito questi cv è la
voluminosità e la rigidità del contenitore, e la prosopopea e inutilità del
contenuto. Questo strumento può essere giustificabile (e in effetti ottiene il
risultato di essere letto con , di solito calante, attenzione) solo se si hanno
esperienze effettivamente articolate e complesse: esperienze e studi all'estero,
lavoro di ricerca presso istituzioni serie, attestati di professionalità
particolari, ecc..
I testi sono tratti dal volume "Dall' Università all' Azienda" Guida
pratica per i neolaureati - XI edizione / 2000 - edizioni ACTL
I consigli di Gian Battista Rosa (Direttore del Personale Divisione Alimentari
della Nestlè Italiana), pur scritti avendo in mente i cv cartacei, si adattano
perfettamente anche al mondo dell'e-mail.